Ci vuole orecchio è la messa in scena di un varietà giocoso e spensierato. È uno sberleffo che un po’ strizza l’occhio al teatro canzone di Giorgio Gaber e alla poetica di Dario Fo, per portare la milanesità dell’indimenticabile “poetastro” Jannacci in giro per lo Stivale, intrattenendo e divertendo in poco più di un’ora che scorre serrata. Canzoni e storie si susseguono una dopo l’altra spaziando tra il nonsense e la storiella da bar, tra l’assurdo e l’amore agrodolce urbano, tra calembour linguistici e gag da varietà brillante.