di William Shakespeare
traduzione e adattamento Angela Dematté
con (in ordine alfabetico)
Giuseppe Aceto, Alfonso De Vreese,
Giulia Heathfield Di Renzi,
Caterina Filograno, Igor Horvat, Jonathan Lazzini, Sebastian Luque Herrera, Alberto Marcello, Marco Mavaracchio, Cristiano Moioli,
Alberto Pirazzini,Emilia Tiburzi,
Anahì Traversi, Beatrice Verzotti
scene Guido Buganza
costumi Ilaria Ariemme
musiche Zeno Gabaglio
disegno luci Pierfranco Sofia
coaching Tindaro Granata
assistente alla regia Walter Rizzuto
durata dello spettacolo: 2 h 00’ senza intervallo
Mi sono chiesto come un bambino guardi il mondo degli adulti e come un adulto guardi il mondo di
un bambino, mi sono chiesto come la realtà e la fantasia si possano mischiare nei giochi dei bambini e come la realtà e la fantasia si possano mischiare nei pensieri degli adulti, mi sono anche chiesto come si fa ad essere solo una cosa nella vita e non molteplici umanità, pensieri e desiderio di trasformarsi. Ed ecco che il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare mi ha svelato molte di queste dinamiche. Una delle attività che rendono possibile la trasformazione nella vita dell’uomo sembrerebbe essere la creatività; il massimo di questa attività creativa ed inventiva trova la sua manifestazione evidente nel gioco e il gioco è soprattutto dei bambini. Ecco il mio Sogno vuole partire da qui, dal gioco dei bambini, un gioco che diventa però molto serio perché capace di indagare sulla natura dell’uomo, capace di descrivere gli stadi di evoluzione di una vita umana e Shakespeare lo fa, nel sogno, facendoci fare un percorso nei vari stadi della vita: dall’infanzia, il prologo, l’adolescenza nel bosco incantato e complesso, e la maturità nel finale. Realtà e fantasia, Atene e la foresta incantata, Teseo e Oberon tutto nell’opera ci racconta di razionalità e magia, di pensiero e rituale, sempre su un doppio binario e soprattutto sempre attraverso il mezzo del gioco quasi infantile, del capriccio da bambini, delle paure dei bambini e soprattutto della capacità di giocare ad essere altro da sé che solo i bambini sembrano avere e che in realtà spesso è così desiderata anche dai grandi. Forse la strada che ci indica Shakespeare è quella di tornare in contatto con l’irrazionale, con il bambino che ognuno ha dentro di sé. Per raccontare questo voglio partire proprio dallo sguardo di un bambino che può trasformare i giochi in realtà e alla fine farci credere che è stato tutto un sogno, ma come sappiamo il gioco dei sogni spesso ci racconta molto più della realtà stessa. Tutto questo sarà raccontato con un cast di quattordici attori, un’operazione importante, che mette in gioco quasi tutti attori giovanissimi (molti dei quali alla loro prima prova dopo il diploma presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano ndr) che perfettamente si sposano a questa lettura e progetto.
Andrea Chiodi
Allievo di Piera Degli Esposti, Andrea Chiodi nel 2003 si trasferisce a Los Angeles dove segue alcuni corsi. Nel 2006 e 2007 è assistente alla regia di Gabriele Lavia. Vince il premio Alfonso Marietti dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano, il premio talenti emergenti
di Lombardia, il Golden Graal per il teatro; la sua Bisbetica domata viene selezionata all’Incontro del Teatro svizzero 2018, è finalista al Premio Hystrio e vince il Premio Mario Mieli 2019. Collabora con svariate istituzioni culturali italiane e straniere ed è docente presso l’accademia dell’Opera di Verona, la scuola del Teatro Stabile del Veneto e la Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano nel corso del 2021. È regista residente al CTB Centro Teatrale Bresciano.
TRAMA
La commedia comprende tre distinte storie, che convergono verso la celebrazione del matrimonio tra Teseo, duca di Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni. Lisandro e Demetrio, giovani ateniesi, sono innamorati della stessa donna: Ermia. La quale, però, ama solo Lisandro, mentre la sua amica
Elena è innamorata di Demetrio. Il padre di Ermia, Egeo, impone tuttavia alla figlia di sposare Demetrio. Allora lei fugge per i boschi con Lisandro, seguita da Elena e Demetrio. Le due coppie presto si smarriscono nel buio e nelle loro schermaglie amorose. Nel contempo, Oberon, re degli elfi, e la moglie Titania, regina delle fate, fanno tappa nello stesso bosco in cui si trovano i quattro ragazzi. Nel frattempo una compagnia di artigiani si sta dando da fare per mettere in scena una rappresentazione teatrale sul tema di Piramo e Tisbe per festeggiare il matrimonio. L’accozzaglia colorita si riunisce nella foresta per le prove dello spettacolo.