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Sistema Teatrale Veronese Comune di Verona
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23.7.2023

ANBETA TOROMANI E COSTANZA PRINCIPE, DUE STELLE PRONTE A RIEVOCARE IL MITO DI GIULIETTA

Al Teatro Romano di Verona, il 25 e 26 luglio, un passo a due tra danza e musica Un passo […]

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ANBETA TOROMANI E COSTANZA PRINCIPE, DUE STELLE PRONTE A RIEVOCARE IL MITO DI GIULIETTA

Al Teatro Romano di Verona, il 25 e 26 luglio, un passo a due tra danza e musica

Un passo a due tra musica e danza, capace di far parlare il corpo e arrivare ai cuori. Facendo rivivere il mito di Giulietta, proprio nella città dell’amore. Anbeta Toromani, stella nata sotto ai riflettori di Amici, oggi prima ballerina sui più importanti palcoscenici italiani, porta al Teatro Romano di Verona Preludes for Juliet. Assieme a lei Costanza Principe, pianista d’eccezione. E due dei migliori ballerini del panorama nazionale: Alessandro Macario e Amilcar Moret Gonzalez.

Martedì 25 e mercoledì 26 luglio, alle ore 21.15, si apre la sezione danza dell’Estate Teatrale Veronese. Un omaggio a Shakespeare con le coreografie di Massimo Moricone, su alcune delle più belle pagine pianistiche di Chopin, Debussy, Bache Rachmaninov eseguite dal vivo. Costumi di Luca Dall’Alpi e disegno luci di Claudio Schmid.

Un mito senza tempo, quello dei due innamorati di Verona, che non conosce fine. Dopo la poesia dei preludi di Chopin, perfetta celebrazione dell’amore romantico, l’8 e 9 agosto il Balletto di Roma darà vita alla riscrittura coreografata da Fabrizio Monteverde di Giulietta e Romeo. Considerato ormai un titolo classico nel repertorio della compagnia, arriverà a Teatro Romano in una nuova edizione interpretata da Paolo Barbonaglia e Carola Puddu. La grande danza pronta ad incantare il pubblico.

L’arte coreutica sarà un omaggio ai 75 anni del Festival Shakespeariano, unico in Italia e secondo in Europa solamente a Stratford-upon-Avon. Un traguardo prestigioso, un anniversario che simboleggia la storia e il legame tra la città scaligera e il Bardo.

Nata nel 1948, per la volontà del Comune di Verona di rendere omaggio a William Shakespeare e sottolineare il legame tra il Bardo e la città scaligera, presente in Romeo e Giulietta, La Bisbetica domata e I due gentiluomini di Verona, l’Estate Teatrale Veronese è realizzata dal Comune di Verona – Assessorato alla Cultura in collaborazione con Arteven, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. Sponsor del Festival AGSM AIM, Banco BPM e Consorzio di Tutela Vini Lessini Durello.

Biglietti in vendita al Box Office di via Pallone o sul sito www.boxol.it. Tutte le informazioni sul sito www.spettacoloverona.it. Curiosità, approfondimenti e date sui canali Facebook, Instagram e Youtube dell’Estate Teatrale Veronese.

Note di regia di Massimo Moricone

Ho accettato con grande curiosità, l’invito a ideare questa serata di danza e musica per pianoforte. E di farlo con tre dei danzatori che più mi sono vicini e con i quali mi sono trovato più volte a lavorare su progetti diversi, così da stabilire nel tempo, con ciascuno di loro, un’intesa profonda, sicuramente artistica ma immancabilmente anche umana: Anbeta, Alessandro e Amilcar sono i tre artisti sui quali ho pensato e costruito lo spettacolo.

Preludes ha una struttura performativa aperta che, come suggerisce il titolo, prelude a una realizzazione imminente. Una forma in divenire, in continua mutazione che mi ha permesso – e permetterà ancora nelle repliche future – di raccogliere ed assemblare lavori sparsi, per l’occasione riadattati, ampliati o creati ex novo, tutti con la particolarità di una proiezione diretta della partitura musicale sulla struttura coreografica. Non solo di natura matematica, anzi principalmente di ispirazione ora sensoriale, ora autobiografica, o di sfida alle categorie di tempo e spazio. O di tutte queste possibilità insieme.

Ecco dunque la selezione di alcuni tra i più celebri preludi di Chopin, offrirsi alla solennità del ricordo di un grande Maestro, o riscoprire, nel Fauno di Debussy, l’attrazione tra i due protagonisti attraverso la sostituzione delle simbologie dell’eros, o infine, nella Ciaccona di Bach, che Ferruccio Busoni riscrive e trasforma, configurarsi il terreno impervio per una fuga coreografica, tradita nel suo apparente astrattismo, dal continuo affiorare della narrazione di una fisicità esaltata e straziante.

Cesura al flusso sonoro del pianoforte, scopriamo, al centro della serata, un’isola di solo ritmo dove i corpi danzanti riempiono la scena sul battito, informale ma implacabile, di un metronomo.

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