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11.11.2023

SI ALZA IL SIPARIO SU L’ALTRO TEATRO

“Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la liberta” di Mario Perrotta inaugura la nuova stagione al Teatro Camploy […]

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SI ALZA IL SIPARIO SU L’ALTRO TEATRO

“Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la liberta” di Mario Perrotta inaugura la nuova stagione al Teatro Camploy dei nuovi linguaggui della scena

Si alza il sipario su l’Altro Teatro. ‘Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà’ inaugura la nuova stagione al Teatro Camploy il 16 novembre alle 20.45 con il primo degli appuntamenti che aprono una finestra sui linguaggi del contemporaneo con il meglio della scena nazionale nel campo del teatro e della danza più innovativa.

La parola letteraria di Italo Calvino viene omaggiata da Mario Perrotta in un’ammaliante, immaginifico, appassionato viaggio interiore tra le parole in libertà del celebre autore.

Scritto, diretto e interpretato dallo stesso Perrotta in collaborazione alla regia con Paola Roscioli, lo spettacolo non è una mera riflessione intorno alle opere dello scrittore, ma un’esplorazione della libertà e delle sue infinite sfumature e possibilità, una sorta di indagine, tra la letteratura di Calvino e dei suoi personaggi, intorno alle parole libertà e autodeterminazione.

Considerato uno degli artisti di riferimento del panorama teatrale italiano, Perrotta colpisce profondamente spalancando mondi e prospettive attraverso la sua notevole efficacia rappresentativa e una performance forte e convincente: offre al pubblico uno spettacolo sorprendente e intrigante. Motore del racconto in scena è il suo personale viaggio tra le pagine di Calvino.

“In scena un uomo, o meglio la sua voce interiore, – spiega Mario Perrotta -. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondo alla sua urgenza di dire, di agire.” Quest’uomo ha deciso di dare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri e dei sentimenti che lo agitano. Aggiunge Perrotta “Inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine delle opere del signor Calvino Italo, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro”. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia d’amore impossibile per quel corpo incapace di esprimersi e quella lingua incapace di parlare.

Da “La giornata d’uno scrutatore” passando da Cosimo del “Barone rampante” che cerca negli alberi la via di fuga, a “Palomar” e alle suggestioni de “Le Città invisibili”…  Perrotta traccia un viaggio articolato che suggerisce e provoca emozioni in opposizione ai pregiudizi, autodeterminazione in contrapposizione all’asservimento.

La sua sola presenza che abita lo spazio scenico e l’enfasi musicale delle produzioni originali create con Marco Mantovani, accendono il teatro di narrazione e di parola con emozioni e riflessioni che ispirano nel pubblico un profondo feeling attraverso il tessuto drammaturgico che si muove tra le pagine e i protagonisti dell’enciclopedia calviniana.

La scena è essenziale. Perrotta è seduto su una sedia con i segmenti di un microfono che paiono avvitarsi intorno al suo corpo. Sotto ai suoi piedi dei riflettori creano un’atmosfera sospesa. In questa immobilità inizia il viaggio di Perrotta-Carlvino e si spalanca la vertigine…

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