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Sistema Teatrale Veronese Comune di Verona
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Intervista a Laura Marinoni, attrice protagonista in MEDEA di Euripide

L’attrice Laura Marinoni ai nostri microfoni presenta il suo personaggio. MEDEA di Euripide (produzione Fondazione INDA – Teatro Greco di Siracusa) in scena il 12 e il 23 settembre al Teatro Romano di Verona.

Andrea Pennacchi in “Shakespeare & Me – Ovvero come il Bardo mi ha cambiato la vita”

Sul palco del Teatro Romano di Verona, il grande Andrea Pennacchi, accompagnato dalle note di Giorgio Gobbo, ha indagato il suo rapporto con William Shakespeare in un accattivante monologo personale, che ha strappato le risate del pubblico.

MEDEA DI EURIPIDE, INTERPRETATA DA LAURA MARINONI, CHIUDE LA 75a EDIZIONE DELL’ESTATE TEATRALE VERONESE

Il 12 e 13 settembre, al Teatro Romano, lo spettacolo diretto da Federico Tiezzi

Un finale di stagione nel segno del classicismo. Sarà Medea di Euripide, diretta da Federico Tiezzi nella traduzione di Massimo Fusillo, a chiudere la 75a edizione dell’Estate Teatrale Veronese, Festival organizzato dal Comune di Verona con la direzione artistica di Carlo Mangolini.

Medea la straniera. Medea la donna tradita. Medea la moglie che si vendica uccidendo i suoi stessi figli, perchè il marito Giasone non abbia alcuna discendenza. La grande eroina di Euripide arriva a Verona interpretata con grande ricchezza di toni e straordinario vigore da Laura Marinoni. Lo spettacolo, che nei mesi scorsi ha registrato record di pubblico, sarà in scena martedì 12 e mercoledì 13 settembre, alle ore 21.15.

La regia di Federico Tiezzi si concentrerà sulle molte sfaccettature del testo, che per la prima volta nel teatro greco utilizza come motore dell’azione la passione di una donna, una passione violenta e feroce che rende Medea una donna debole e forte allo stesso tempo: forte perchè padrona della sua vita, debole perché questo la rende sola in un misto di ira e di pietà. 

Ho impostato la tragedia non come una rappresaglia individuale – spiega il regista Federico Tiezzi – ma come uno scontro fra due diverse concezioni della forza. Uno scontro fra una società arcaica e una società post industriale. Tra Ordine e Disordine. Medea è un campo di forze, dove si scontrano due modalità della violenza”.

Medea entra in scena dopo che la nutrice ha narrato come dalla Colchide (Turchia) la principessa discendente dal Sole abbia seguito Giasone a Corinto e là sia stata abbandonata per Glauce, figlia del re Creonte. Si sentono quindi lamenti e urla di Medea, mentre il coro è in scena, finchè la protagonista entra e denuncia la propria condizione, sfortunata come è in genere quella femminile. Entra Creonte e la esilia, ma lei gli strappa ancora un giorno a Corinto. Incontra quindi Giasone, cui minaccia vendetta, meglio delineata dopo un colloquio con il re di Atene, Egeo, che la ospiterà nella sua città. Dopo avere inviato a Glauce doni avvelenati, che uccideranno lei e il padre, Medea uccide i figli e nega a un Giasone annientato perfino i loro corpi, portandoli con sé sul carro del Sole, verso Atene.


Nel cast con Laura Marinoni anche Debora Zuin (Nutrice), Riccardo Livermore (Pedagogo), Roberto Latini (Creonte), Alessandro Averone (Giasone), Luigi Tabita (Egeo), Sandra Toffolatti (Il Nunzio); Francesca Ciocchetti (prima corifea) e Simonetta Cartia (prima coreuta e direttrice del coro) mentre il coro è formato da Alessandra Gigli, Anna Charlotte Barbera, Valentina Corrao, Valentina Elia, Caterina Fontana, Irene Mori, Aurora Miriam Scala, Maddalena Serratore, Giulia Valentini e Claudia Zappia; Sebastiano Caruso è il portatore di Medea, i figli di Medea sono interpretati da Matteo Paguni e Francesco Cutale. 

La traduzione del testo di Euripide è di Massimo Fusillo, le scene sono di Marco Rossi, i costumi di Giovanna Buzzi, il disegno luci di Gianni Pollini, maestra del coro è Francesca Della Monica, arrangiatore coro e voci Ernani Maletta, regista assistente è Giovanni Scandella, le musiche originali del coro e del prologo sono state composte da Silvia Colasanti con la collaborazione del Coro di voci bianche del Teatro dell’Opera di Roma, assistente scenografo è Francesca Sgariboldi, assistente costumista è Ambra Schumacher, assistente arrangiamenti e coro è William Caruso, direttore di scena è Nanni Ragusa.

Biglietti in vendita al Box Office di via Pallone, così come online sui siti www.boxofficelive.it e www.boxol.it. Oppure la sera dello spettacolo, direttamente al botteghino del Teatro Romano dalle ore 20.

Nata nel 1948, per la volontà del Comune di Verona di rendere omaggio a William Shakespeare e sottolineare il legame tra il Bardo e la città scaligera, presente in Romeo e Giulietta, La Bisbetica domata e I due gentiluomini di Verona, l’Estate Teatrale Veronese è realizzata dal Comune di Verona – Assessorato alla Cultura in collaborazione con Arteven, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. Sponsor del Festival AGSM AIM, Banco BPM e Consorzio di Tutela Vini Lessini Durello.

Intervista ad Andrea Pennacchi

In scena con “Shakespeare and Me”, Andrea Pennacchi chiude il Festival Shakespeariano di Verona e svela il segreto delle origini del Bardo…

VERONA SHAKESPEARE FRINGE FESTIVAL

GRANDE SUCCESSO PER LA TERZA EDIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE INTERNAZIONALE CON 1400 SPETTATORI E UN’ALTA QUALITÀ DELLE PROPOSTE

Si è conclusa la settimana di spettacoli in lingua originale e in inglese

Comune, Centro di ricerca Skenè dell’Università di Verona e Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale: una collaborazione di qualità che centra l’obiettivo

Grande successo per la terza edizione del Verona Shakespeare Fringe Festival, che è andata in scena dal 24 al 31 agosto al Teatro Camploy di Verona. Il programma internazionale realizzato quest’anno dal Comune di Verona con il Centro di Ricerca Skenè dell’Ateneo scaligero e il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale ha richiamato 1.400 spettatori per 8 appuntamenti, registrando una crescita esponenziale che ha visto aumentare di oltre il 50% le presenze rispetto allo scorso anno, quando il dato superava di poco gli 850 spettatori, sempre per 8 serate.

“Questo successo che tutti noi speravamo, ma che non era affatto scontato, dimostra due cose – precisa l’assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini –, la vocazione internazionale della nostra città, e dunque la necessità di investire in proposte di valore capaci di convocare il pubblico straniero, e la forza della squadra. Mettere insieme competenze culturali di altissimo livello come quelle del Centro Skenè e capacità organizzative e gestionali di eccellenza, come quelle del Teatro Stabile del Veneto Teatro Nazionale, ha fatto la differenza e garantito un risultato così importante”.

“Al dato quantitativo in così forte crescita – le fa eco il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini – si aggiunge anche l’alta qualità della proposta artistica, che ha segnato uno scarto importante rispetto allo scorso anno. Il merito è del lavoro condiviso con il Centro Skenè, nelle persone delle fondatrici Silvia Bigliazzi e Sidia Fiorato, oltre che John Blondell, consulente e anch’egli fondatore del Festival nel 2021. Una sintonia che ha permesso di portare in città artisti di grande spessore. Tra tutti l’attrice e regista Lisa Wolpe, il regista Levan Tsuladze e la coreografa Risima Risimkin”.

Concorda Silvia Bigliazzi, sottolineando che “la selezione fatta ha voluto offrire spettacoli di generi diversi, dalla tragedia al dramma storico, al teatrodanza, alla musica, alla poesia e a nuove scritture che rileggono Shakespeare alla luce del mondo contemporaneo e di esperienze personali. Ricordando che il Fringe è nato nel quadro della Summer School Shakespeare and the Mediterranean, e ne è tuttora parte integrante, questa collaborazione del Centro Skenè dell’Università di Verona con il Comune conferma il potenziale di risorse che può fare di Verona un polo di attrazione internazionale di altissimo livello. Con Carlo Mangolini lavoriamo in grande sinergia per questo scopo”.

“Ancora una volta fare rete funziona e a dimostrarlo è prima di tutto l’affluenza del pubblico al Teatro Camploy nei giorni scorsi – dichiara Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto –La nostra partecipazione al Verona Shakespeare Fringe Festival rappresenta un tassello importante nel processo di internazionalizzazione che stiamo attivando su vari fronti per fare del Veneto un palcoscenico dell’eccellenza del teatro europeo. Ringrazio l’assessore Ugolini, il direttore artistico Mangolini e il Centro di Ricerca Skenè per la fiducia riposta in questa collaborazione”.

Il cartellone ha intercettato un pubblico di ogni età, con una prevalenza di giovani e studenti, catturati da un caleidoscopio di immagini, una babele di lingue, una varietà di linguaggi capaci di dare vita ad un programma compatto e stratificato, nei contenuti come nelle forme sceniche.

Autentica rivelazione del festival la talentuosa coreografa macedone Risima Risimkin che, con la sua originalissima versione del personaggio di Lady Macbeth, ha registrato il numero di presenze record, con oltre 200 spettatori e un tasso di riempimento della sala del Teatro Camploy pari all’80%. Merito di uno spettacolo di teatro danza di grande intensità e gusto estetico, capace di dare voce al complesso personaggio di Lady Macbeth e ai suoi demoni interiori, in un moltiplicarsi di identità sue e dell’ambizioso consorte, tra streghe seduttive, anime fantasmatiche e ombre che emergono dalle tenebre. In un gioco di luci costruito con grande maestria, gli 8 interpreti hanno eseguito alla perfezione una coreografia sospesa tra spezzature del corpo e ipnotici quadri d’insieme, tensione virile e forme sinuose. Un vero e proprio evento internazionale, sancito dalla presenza della televisione nazionale macedone, che ha documentato passo passo il debutto veronese della Skopje Dance Theatre.

Altra serata da incorniciare è stata l’inaugurazione del festival, ovvero la prima nazionale di Othello proposto dal regista georgiano Levan Tsuladze, co-prodotta dal Theatre Studio 42 di Tiblisi e dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. Una versione molto personale del classico shakespeariano che azzera la questione razziale proponendo un Otello bianco. Un reduce di guerra affetto da stress post traumatico, precipitato nel dramma della gelosia come conseguenza della realtà alterata che vive dopo gli orrori visti sui campi di battaglia. Un raffinato gioco tra dentro e fuori, tra la recitazione limpida e appassionata degli attori e la potenza evocativa delle immagini videoproiettate. Un mare che diventa sfondo onirico ma anche specchio del tumulto interiore che anima il protagonista. Fino alla scena topica dell’uccisione di Desdemona, trasformata in un agghiacciante abbraccio d’amore che si trasforma lentamente in morsa mortale.

Chiude la terna degli spettacoli più applauditi e partecipati la straordinaria performance offerta dall’americana Lisa Wolpe in Shakespeare and the Alchemy of Gender. Un’attrice notevole, capace di entrare e uscire dai personaggi shakespeariani con una naturalezza fuori dall’ordinario, grazie anche ad un semplice cambio di postura, ma soprattutto di creare un corto circuito tra l’enorme corpus shakespeariano ed elementi autobiografici. La storia di una vita, la sua, attraversata da tematiche importanti come il suicidio, l’olocausto, l’identità di genere, ma anche capace di farci riflettere su cosa significa essere figli, fratelli, padri e madri, al di là dei rispettivi ruoli ed etichette sociali, ma riconoscendosi semplicemente come esseri umani.

A lasciare il segno anche l’energia travolgente del gruppo di giovani americani Naked Shakes di Santa Barbara, protagonisti di The death of Kings, che ha concluso il festival tra le ovazioni del pubblico, al rito conviviale nel preparare il cibo evocato dagli inglesi di Parabbola in Feast, fino all’esilarante contaminazione tra testi shakespeariani e canzoni pop anni ‘80 proposto da AbsoLutemusicDuo in AbsoLute Shakespeare. Un elogio dell’amore in piena regola, capace di fondere recitazione, canto e teatro di figura, con look e pose tipicamente anni ‘80, resi sotto una luce diversa dalla musica del liuto di Niklas Atterhall e dalla voce cristallina di Malin Sternbrink. Hanno completato il cartellone Venus and Adonis di Christopher Hunter, riuscitissimo tentativo di portare in scena un testo poetico complesso e ricco di immagini, e la versione dark di Richard III in lingua ungherese proposta dalla compagnia rumena Aradi Kamaraszínház Theatre Company in collaborazione con la compagnia Cellar Theater – Szegedi Pinceszínház (Ungheria), di Karo Balyan.

Un festival dunque multidisciplinare, multilingue e multiculturale, realizzato in stretta connessione con la Summer School “Shakespeare e il Mediterraneo” organizzata dal Centro Skenè, e dedicata quest’anno allo studio di “Antonio e Cleopatra”, che ha visto i 100 studenti presenti partecipare attivamente alla vita del festival: duranti gli spettacoli serali, negli incontri pomeridiani dedicati, nelle master class e nella restituzione finale proposta dal gruppo che ha seguito il laboratorio performativo curato da Jaq Bessell della Guildford School of Acting (University of Surrey, UK) e Andrea Coppone.

ROMEO E GIULIETTA #generazionesacrificio

L’1 e il 2 settembre 25 ragazzi di Spazio Teatro Giovani, accompagnati da Giuseppe Sartori, hanno incantato il Teatro Romano. Un Romeo e Giulietta mai visto prima, uno spettacolo fatto da adolescenti che parla alle generazioni più giovani, grazie alla magistrale regia di Silvia Masotti e Camilla Zorzi.

ANDREA PENNACCHI IN SCENA A VERONA CON SHAKESPEARE AND ME

Al Teatro Romano, mercoledì 6 e giovedì 7 settembre

Andrea Pennacchi è il protagonista e il regista di Shakespeare & Me – Ovvero come il bardo mi ha cambiato la vita. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Romano di Verona, il 6 e 7 settembre, per il Festival Shakespeariano, cuore pulsante dell’Estate Teatrale Veronese che quest’anno festeggia la sua 75ª edizione.

Il testo teatrale è l’adattamento del libro omonimo, scritto dall’attore e pubblicato da People, con la produzione Teatro Boxer.

Pennacchi, che ha ricevuto a giugno il Nastro d’Argento come migliore attore non protagonista per la serie di Netflix “Tutto chiede salvezza”, ha trascorso gran parte dell’estatein tournée insieme alla sua Compagnia Teatro Boxer, con tre produzioni teatrali sui palcoscenici di Festival e teatri di tutta Italia: Pojana e i suoi fratelli, Una piccola Odissea, Shakespeare & Me – Ovvero come il bardo mi ha cambiato la vita.

La tournée, iniziata nel mese di giugno, lo ha visto protagonista con ben 26 date, sui palcoscenici delle città e dei Festival teatrali più importanti d’Italia, registrando oltre 15 mila presenze di pubblico.

Shakespeare ha aiutato Andrea Pennacchi, e altri come lui, a conoscere meglio l’umanità. Il corpus shakespeariano è una mappa delle relazioni umane di pronto utilizzo, a patto di continuare a lavorarci sopra, come curiosi artigiani e di non considerarlo un testo sacro immobile e inamovibile, la cui interpretazione va affidata a pochi, ma una matrice vivente, una lente con cui leggere la contemporaneità. Uno strumento a disposizione di chiunque.

In questo spettacolo Pennacchi, accompagnato dalle note di Giorgio Gobbo, ci racconta come Shakespeare, le sue opere e i suoi personaggi gli abbiano cambiato la vita, perché «le storie che racconti modificano il mondo (una persona alla volta)».

Un approccio originale verso l’opera del Bardo che parte dalla storia autobiografica di Pennacchi per raccontare le opere, lo spirito del tempo e l’universalità dell’opera shakespeariana.

Chiude la tournée estiva il 9 settembre al Teatro romano di Ostia Antica lo spettacolo Pojana e i suoi fratelli; il personaggio di Pojana, noto ai telespettatori di “Propaganda Live”, è nato dalla necessità di raccontare alla nazione le storie del nordest che, fuori dai confini della neonata Padania, nessuno conosceva. Pennacchi, autore e regista dello spettacolo, sarà accompagnato dalle musiche di Giorgio Gobbo e Gianluca Segato.

Andrea Pennacchi ha già in cantiere nuovi progetti di cinema e fiction e il nuovo spettacolo teatrale Arlecchino, in coproduzione con Teatro Stabile del Veneto e Gli Ipocriti per la regia di Marco Baliani, che debutterà a gennaio 2024. Al momento è disponibile su Sky la seconda stagione di Petra diretta da Mariasole Tognazzi, in cui Andrea interpreta il ruolo del vice ispettore Antonio Monte; mentre su Netflix è possibile vederlo nel ruolo del padre di Roberto Baggio nel film Il Divin codino. Sul grande schermoAndrea Pennacchi è il postino Primo, al fianco di Maya Sansa nel film di Luca Lucini “Le mie ragazze di carta”.

Informazioni e aggiornamenti sui siti teatroboxer.com e www.spettacoloverona.it. Biglietti in prevendita su www.boxol.it

Intervista a Lisa Wolpe

Ai nostri microfoni Lisa Wolpe!

ROMEO E GIULIETTA #GENERAZIONESACRIFICIO

AL TEATRO ROMANO 25 GIOVANI INTERPRETANO LA TRAGEDIA SHAKESPEARIANA

Venerdì 1 e sabato 2 settembre in scena anche il premiato Giuseppe Sartori

Va in scena, al Teatro Romano venerdì 1 e sabato 2 settembre nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese, ROMEO E GIULIETTA #GENERAZIONESACRIFICIO. Ne sono interpreti venticinque allievi attori veronesi dai diciotto ai ventotto anni e Giuseppe Sartori nel ruolo del principe di Verona. Regia e rielaborazione drammaturgica sono di Silvia Masotti e Camilla Zorzi.

Dopo il grande successo di “Ifigenia #generazionesacrificio” nel 2021, Spazio Teatro Giovani (centro di ricerca e di formazione teatrale per i giovani a Verona) torna sul palcoscenico del Teatro Romano con “Romeo e Giulietta #generazionesacrificio”. Lo spettacolo, tratto da William Shakespeare, sarà in scena venerdì 1 e sabato 2 settembre, alle 21.15, in prima assoluta. Prodotto dal Teatro Stabile di Verona e dall’Estate Teatrale Veronese, è frutto di un intenso laboratorio di otto mesi durante il quale le esperienze e il vissuto di ogni singolo partecipante hanno dialogato con i temi, il linguaggio e le metafore proposti dall’inesauribile testo shakespeariano. Sponsor dello spettacolo AirDolomiti.

In scena venticinque ragazze e ragazzi dai diciotto ai ventotto anni e Giuseppe Sartori, attore diplomato alla scuola del Piccolo di Milano, nel ruolo del principe di Verona. La rielaborazione drammaturgica e la regia sono di Silvia Masotti e Camilla Zorzi. Come “Ifigenia” che riscopriva attraverso la sensibilità dei giovani il valore poetico e politico di un testo classico e lo calava nei giorni nostri, questo “Romeo e Giulietta” è un’amara riflessione, da una prospettiva diversa, su temi come l’amore, il ruolo della famiglia, l’odio e la guerra tra bande. Perché Romeo e Giulietta, oltre a una storia d’amore, è una storia d’odio e di morte. Verona è lo scenario di una lotta fratricida: le due famiglie che si scontrano, i Montecchi e i Capuleti, hanno educato i loro figli all’odio, allo scontro fisico, all’insulto verbale e tutto quest’odio non può che generare morte. Nel corso della vicenda muoiono tantissimi personaggi, l’uno ammazzato dall’altro: sono tutti ragazzi sotto i diciott’anni e quando infine muoiono i due innamorati, Romeo e Giulietta, che si suicidano perché non possono vivere la loro storia d’amore, la città rimane senza un futuro, perché ha perso chi quel futuro lo può costruire.

Le due serate sono state presentate, questa mattina, a Palazzo Barbieri, dagli assessori alla Cultura Marta Ugolini e alle Politiche giovanili Jacopo Buffolo, dal direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini, insieme al direttore artistico di Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona Piermario Vescovo e alle registe Silvia Masotti e Camilla Zorzi. Presente Claudia Palamini Head of Communication&PR di Air Dolomiti. Oltre agli attori di Spazio Teatro Giovani e a Giuseppe Sartori.

CAST. Insieme a Giuseppe Sartori (principe di Verona e Coro) sono in scena, in ordine alfabetico: Francesco Biolcati (Abram), Nicolò Bruno (padre Lorenzo), Ivan Carlini (angelo di Romeo, Romeo) Alice Cordioli (Balthasar), Zeno Didonè (Tebaldo), Annamaria D’Onghia (Benvolio), Carlotta Francescon, Pietro Bilal Khachab (Mercuzio), Michele Marchiori (Gregorio), Linda Micheletti (Baby), Luana Montoli (angelo di Giulietta, Giulietta), Luca Murari (Romeo) Astrid Valdinoci (Sansone) e Viola Valsecchi (Giulietta). Completano il cast i ragazzi che danno corpo ai Montecchi e ai Capuleti: Niccolò Bello, Linda Bondavalli, Riccardo Cassatella, Leonardo Comiotto, Vittoria Ferri, Alice Reggiani, Arianna Rizzini, Cecilia Sartori, Andrea Tapparini e Greta Zenari.

Le scene sono di Antonio Panzuto, i costumi di Davide Tonolli, il disegno luci è di Nicola Fasoli, la fonica di Matteo Chiochetta. Assistente alla regia è Michele Bernardi.

SPONSOR. Air Dolomiti partecipa come sponsor delle due serate speciali Romeo e Giulietta #generazionesacrificio, all’interno del festival multidisciplinare Estate Teatrale Veronese, nell’ottica di contribuire alla divulgazione della storia e delle arti nel panorama culturale veronese. La partecipazione di tanti giovani attori che hanno dedicato tempo e talento alla realizzazione dello spettacolo rende la sponsorizzazione particolarmente significativa per la Compagnia che è orgogliosa di promuovere un evento culturale di grande impatto, orientato a sensibilizzare anche il pubblico più giovane alla bellezza dei testi shakespeariani e alla riflessione su temi sociali sempre attuali, sui quali è doveroso soffermarsi ed interrogarsi.

Uno spettacolo frutto di un lavoro di squadra – ha spiegato l’assessora alla Cultura Marta Ugolini – fatto per mettere in scena un progetto di teatro civile che sta andando avanti da molti mesi e che prevede un coinvolgimento assolutamente attivo dei giovani che vanno sul palco. Attraverso il teatro hanno infatti la possibilità di provare sulla loro pelle sentimenti e sensazioni parte della narrazione, che li aiutano a riconoscersi e comprendersi meglio. La cultura si connette con i vari elementi della società civile, in primis i giovani, attraverso una rilettura di Shakespeare, non tanto da punto di vista dell’amore, del romanticismo, da sempre collegati ad una visione più classica della storia di Giulietta e Romeo, ma piuttosto al valore civico, politico e sociale, che riguarda il come si vive in città. Ringrazio per questo lavoro Carlo Mangolini, che ha scelto di inserire l’iniziativa all’interno dell’Estate Teatrale Veronese, la rassegna estiva più importante del Comune di Verona al Teatro Romano”.

Nei giorni scorsi ho avuto l’opportunità di assistere alle prove dello spettacolo – ha dichiarato l’assessore alle Politiche giovanili Jacopo Buffolo –, e ho riscontrato quanta passione ed energia mettono i ragazzi e le ragazze di Spazio Teatro Giovani che, vista l’attualità, ci dimostrano essere una delle realtà in cui i giovani veronesi mostrano impegno e partecipazione, riconnettendosi anche ad una dimensione culturale e alla storia, che viene interrogata in maniera interessante sui temi dell’oggi, delle bande, dello scontro e della ricerca anche di una propria identità e del proprio posto nel mondo, e sulla possibilità di costruirsi un futuro. Con questo spettacolo i giovani si raccontano e sono realmente protagonisti, perché salgono su un palco importantissimo, per raccontare una storia immaginata, ma di fortissima attualità”.


“Una gioia riportare sul palcoscenico del Teatro Romano gli attori di Spazio Teatro Giovani che, assieme alle registe, da mesi, sono impegnati in un lavoro prezioso e raro – ha affermato Carlo Mangolini, direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese –Silvia Masotti e Camilla Zorzi hanno la capacità di portare i ragazzi dentro al teatro, sia in scena che come spettatori, coinvolgendoli a tutto tondoE’ una grande opportunità e un privilegio avere una realtà così in città. Crediamo in questo gruppo, invitiamo quindi il pubblico a venire a vedere questi giovani, guidati da Giuseppe Sartori, uno dei pochi attori che da tre anni è protagonista al Teatro greco di Siracusa”.

Dopo il risultato ampiamente positivo di “Ifigenia #generazionesacrificio” nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese 2021 – ha detto Piermario Vescovo, direttore artistico del Teatro Stabile di Verona –, siamo lieti di sostenere la produzione, sempre al Teatro Romano, di un più ambizioso progetto affidato alla drammaturgia e alla regia di Silvia Masotti e Camilla Zorzi: un “Romeo e Giulietta” riletto e ripensato, con le giovani e i giovani coinvolti, oltre i cliché e i luoghi comuni che promuovono e insieme limitano la popolarità di questo grande classico shakespeariano. La prospettiva d’interrogazione e rinnovamento della tradizione culturale, linea caratterizzante il nostro lavoro, e l’intenzione di dare continuità ai rapporti di collaborazione con le istituzioni e le realtà teatrali veronesi, si propongono sempre come bussola del nostro percorso”.

Portare in scena “Romeo e Giulietta” con un gruppo di adolescenti e di giovani non professionisti è per noi – hanno sottolineato Silvia Masotti e Camilla Zorzi – il modo di penetrare la tragedia al di fuori della convenzione e viverla nella sua complessità, nei suoi aspetti più inquieti, profondamente legati all’adolescenza, presenti nel testo di Shakespeare e non sempre messi in risalto. La lotta fra i Montecchi e i Capuleti è un’estenuante guerra civile evidenziata da un muro che ricorda i tanti muri fisici e morali del mondo e in particolare evoca il muro di Berlino che ha diviso per più di trent’anni Oriente e Occidente e che purtroppo si sta innalzando di nuovo. Altro richiamo alla Berlino del muro sono i due angeli del “Cielo sopra Berlino” di Wim Wenders che qui seguono due giovanissimi Romeo e Giulietta per sostituirsi a essi nella seconda parte della tragedia, quando protagonista ineluttabile diventa la Morte che spazza via con violenza l’Eros vitale dei due protagonisti. Giuseppe Sartori aiuterà i ragazzi a riconsegnare la tragedia al pubblico come una riflessione lucida e amara su che cosa succede se un collettivo non investe sul proprio futuro e se tutti i suoi figli non trovano altra soluzione che ammazzarsi fra loro, o suicidarsi. Non abbiamo voluto attualizzare “Romeo e Giulietta” ma sentirci tutti chiamati in causa in un testo così potente, perché nessuna generazione dovrebbe essere sacrificio di quelle precedenti, né ieri, né oggi, né mai. Abbiamo scelto di mantenere le parole di Shakespeare, le abbiamo masticate, tradotte in azione scenica in modo da dare spessore ai rapporti tra giovani e adulti e a quelli tra coetanei all’interno del gruppo. Assieme ai ragazzi non ci siamo sottratte alle difficoltà linguistiche, abbiamo mantenuto la bellezza delle scene d’amore, l’ambiguità sessuale e il vituperio degli insulti tra bande che in Shakespeare sono potenti ed efficaci quanto la parte più lirica. Nella prima parte dello spettacolo i tagli che abbiamo operato sono meno consistenti. Si fanno invece più audaci nella seconda parte quando la morte entra esplicita nella trama e anche la scrittura si asciuga e si fa scheletrica. Alla fine, al grido di dolore del testo shakespeariano si aggiungono le parole disperate della drammaturga inglese Sarah Kane.

Siamo felici ed orgogliosi di questa collaborazione, Air Dolomiti da sempre è attenta al territorio e agli spazi culturali che esso propone: negli anni le collaborazioni sono state molte e sempre di grande soddisfazione. Poter affiancare un progetto che coinvolge le generazioni più giovani ci sembra importante perché è proprio su di esse che dobbiamo basarci per costruire il nostro futuro economico, sociale ed etico. Trovare la giusta modalità per dar modo ai ragazzi di esplorare grandi temi, porsi domande complesse e cercare la proprie risposte è un compito difficile che sosteniamo con grande entusiasmo certi che sia la via più bella di educazione alla bellezza e al sentimento” ha commentato a margine della conferenza stampa Steffen Harbarth CEO di Air Dolomiti.

Informazioni sui siti www.spettacoloverona.it e www.teatrostabileverona.it.

Biglietti in vendita al Box Office di via Pallone, così come online sui siti www.boxofficelive.it e www.boxol.it. Oppure la sera dello spettacolo, direttamente al botteghino del Teatro Romano dalle ore 20.

Nata nel 1948, per la volontà del Comune di Verona di rendere omaggio a William Shakespeare e sottolineare il legame tra il Bardo e la città scaligera, presente in Romeo e Giulietta, La Bisbetica domata e I due gentiluomini di Verona, l’Estate Teatrale Veronese è realizzata dal Comune di Verona – Assessorato alla Cultura in collaborazione con Arteven, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto.

AL VIA IL 3° VERONA SHAKESPEARE FRINGE FESTIVAL

AL CAMPLOY, DAL 24 AL 31 AGOSTO, OTTO PRIME NAZIONALI CON COMPAGNIE PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO

Una settimana di spettacoli in lingua originale e in inglese. Comune, Centro di ricerca Skenè dell’Università di Verona e Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale rendono internazionale l’offerta culturale cittadina

Verona spalanca le porte del Camploy al teatro internazionale e si prepara ad accogliere compagnie da tutto il mondo nel nome del Bardo. Otto giorni di spettacoli in lingua originale (con sottotitoli) o in inglese provenienti da Regno Unito, Georgia, Macedonia, Svezia, Romania e quest’anno anche dagli Stati Uniti. Va in scena dal 24 al 31 agosto, sempre alle ore 21, la terza edizione del Verona Shakespeare Fringe Festival, realizzato grazie alla collaborazione tra il Comune di Verona e il Centro di Ricerca Skenè dell’Ateneo scaligero, che da quest’anno si arricchisce della presenza del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale come partner qualificato per sviluppare ulteriormente la portata internazionale del progetto anche sul piano produttivo.

Il programma, inserito nel cartellone dell’Estate Teatrale Veronese, festival multidisciplinare del Comune di Verona realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto, prevede 8 titoli, tutti in prima nazionale, selezionati perché capaci di valorizzare in chiave sperimentale e innovativa l’opera di Shakespeare, ma anche di arricchire l’offerta culturale cittadina, rafforzandone la dimensione internazionale, multilingue e multiculturale.

Un progetto internazionale di eccellenza – afferma l’assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini -, realizzato in sinergia tra l’Università e le organizzazioni teatrali del territorio. Da un anno siamo l’unica realtà italiana a far parte dell’European Shakespeare Festivals Network, che riunisce i più importanti festival shakespeariani d’Europa. Questo ha richiesto un supporto aggiuntivo, per questo abbiamo voluto coinvolgere il Teatro Stabile del Veneto che è l’unico teatro nazionale a livello regionale”.

Fino a qualche anno fa l’Estate Teatrale Veronese non aveva una sezione internazionale – sottolinea Carlo Mangolini, direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese -, abbiamo creduto nel Fringe Festival e, ora, vorremmo che dal Camploy potesse crescere e arrivare al Teatro Romano. Quest’anno vedremo tante prime mondiali di altissimo livello, un’opportunità per veronesi, turisti e nuove generazioni”.

Un progetto internazionale di eccellenza – afferma l’assessora Marta Ugolini -, realizzato in sinergia tra l’Università e le organizzazioni teatrali del territorio. Da un anno siamo l’unica realtà italiana a far parte dell’European Shakespeare Festivals Network, che riunisce i più importanti festival shakespeariani d’Europa. Questo ha richiesto un supporto aggiuntivo, per questo abbiamo voluto coinvolgere il Teatro Stabile del Veneto che è l’unico teatro nazionale a livello regionale”.

Siamo pronti a dare una mano, a fare rete e a costruire nuove progettualità – spiega Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto -. Saremo utili al teatro veronese portando in città la nostra esperienza per quanto riguarda l’organizzazione, la promozione e la produzione di nuovi spettacoli. Allo stesso modo questo Festival ci darà un respiro internazionale. Vorremmo che il Veneto diventasse il palcoscenico dell’eccellenza del teatro europeo”.

Un progetto multiculturale, multidisciplinare e multilinguistico – aggiunge Silvia Bigliazzi del Centro Skenè -, con approcci differenti che ci permetteranno di uscire dalle mura scaligere pur ricordandone le origini. Dall’anno scorso facciamo parte di un network europeo che ha riconosciuto il prestigio e la qualità delle nostre proposte. Anche quest’anno, al festival si affiancherà la summer school, abbiamo già più di 100 iscritti, giovani provenienti da tutto il mondo”.

PROGRAMMA

Il Fringe Festival sarà inaugurato giovedì 24 agosto con Othello del regista georgiano Levan Tsuladze, artista che occupa una posizione di primo piano nel panorama teatrale contemporaneo, con le sue produzioni d’avanguardia, così personali e fuori dagli schemi. A lui è stato affidato il compito di indagare tra le pieghe del dramma della gelosia per antonomasia, offrendo un’interpretazione inedita in questa prestigiosa prima nazionale co-prodotta dalTheatre Studio 42 di Tiblisi e dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.

Si proseguirà venerdì 25 agosto con Shakespeare and the Alchemy of Gender. Un monodramma, scritto e interpretato dall’americana Lisa Wolpe attrice, regista, insegnante, scrittrice e studiosa di fama mondiale, nota per la sua sperimentazione sui temi “gender” nella drammaturgia shakespeariana. Lo spettacolo si basa sulle sue esperienze personali come attivista a tutela dell’inclusione, della diversità, dell’equità, dell’accessibilità e a favore della promozione dei diritti delle donne e dell’eguaglianza razziale.

Sabato 26 agosto, sarà la volta del Riccardo III dei rumeni Aradi Kamaraszínház Theatre Company. Una coproduzione Romania-Ungheria. Il protagonista, qui interpretato da Karo Balyan, incarna l’ambizione più spietata, pur non essendo presentato al pubblico con difetti fisici evidenti, come spesso accade. La sua deformità si manifesta solo quando si guarda allo specchio. Il riflesso diventa sempre più deforme in corrispondenza delle tappe della sua ascesa politica, durante la quale Riccardo manipola, seduce, rapisce e uccide tutti quelli che osano ostacolarlo. Balyan traccia quest’ascesa machiavellica con un impeccabile gusto estetico e grande attenzione al ritmo dell’azione. 

Per l’appuntamento di domenica 27 agosto, invece, l’azione si sposterà in una vera e propria cucina dei giorni di festa con Feast, spettacolo scritto da Olivia Negrean per la compagnia inglese Parabbola. Tra la fine del 500 e l’inizio del 600 Shakespeare realizzò 37 drammi in cui compaiono, in tutto, 1191 personaggi: 147 donne e 1044 uomini. In questo spettacolo 6 personaggi femminili, provenienti da varie regioni del mondo e da periodi storici diversi, si ritrovano insieme in cucina. Emilia porta il vino, Ofelia si occupa dell’insalata, Lady Macbeth pensa alla zuppa, Imogen si incarica del barbecue, mentre a Lady Anna e Isabella spetta la preparazione del dolce. Hanno tutte una storia da raccontare e si scambiano pareri e confidenze davanti ai fornelli, offrendo un’inedita occasione per ripensare i ruoli di alcune indimenticabili eroine shakespeariane.

Dalla cucina alla poesia per riscoprire, nella purezza della lingua originale, il poemetto Venus and Adonis  proposto lunedì 28 agosto dagli inglesi di The Noon Tide Sun. Shakespeare compose questo testo mentre i teatri di Londra erano chiusi a causa dell’epidemia di peste del 1593. Fu la sua prima opera ad essere data alle stampe e divenne subito un best-seller. Sebbene il poemetto sia spesso studiato come frivolo esemplare di letteratura erotica, un’analisi più attenta rivela un mondo oscuro, dove si esplorano temi come l’amore, il desiderio e la morte. Venere e Adone sono i protagonisti di una storia avvincente, che Christopher Hunter ambienta nel mondo di oggi e, avvalendosi di musiche e suoni, trasforma in un appassionante monologo poetico.

Martedì 29 agosto, invece, ad essere protagonista sarà la danza contemporanea macedone dellaSkopje Dance Theatre. Lady Macbeth è la première di una performance ispirata al celebre personaggio shakespeariano che gioca un ruolo determinante nell’ascesa al potere del marito. Attraverso un’analisi psicologica del suo carattere, viene portata in scena la lotta per il potere e il controllo, così come la pazzia, conseguente all’incapacità di fare i conti con ciò che è stato commesso. Nella scenografia, finestre di varie forme lasciano intravedere i personaggi e lo svolgersi della vicenda, mentre una musica jazz accompagna l’evoluzione dei diversi caratteri. Il risultato è un perfetto esempio di tanztheatre di impronta europea, firmato dalla talentuosa coreografa Risma Risimkin.

Dalla danza alla musica con un irriverente versione ultra pop che mescola i testi del bardo alle sonorità anni ‘80, in scena al Camploy mercoledì 30 agosto. In questo spettacolo teatral-musicale proposto dagli svedesi di AbsoLutemusicDuo Malin Sternbrink e Niklas Atterhall, dialoghi e soliloqui, tratti da alcuni dei drammi shakespeariani più amati, si intrecciano ad iconiche hit anni ‘80. Con il solo accompagnamento della musica avvolgente del liuto, le canzoni prescelte parlano di amore, di gelosia e dell’eterno, ossessionante dubbio amletico. La musica pop, abbinata a brani di un repertorio senza tempo, acquista nuovo spessore, aprendo a prospettive originali ed inedite.

Giovedì 31 agosto gran finale con gli americani Naked Shakes e il loro The death of Kings, un adattamento di Irwin Appel ispirato a otto dei drammi storici di Shakespeare, da “Richard II” a “Richard III”. È uno spettacolo d’ensemble, che intreccia narrazione, lavoro corale, musica e suoni dal vivo, fisicità audace e straripante virtuosismo attoriale. È stato messo in scena in diverse versioni dai Naked Shakes di Santa Barbara (California), dalla Prague Shakespeare Company di Praga (Repubblica Ceca) e dalla Southwest Shakespeare Company, fino al prestigioso Taliesin West di Scottsdale (Arizona) e al Madison Center for the Performing Arts di Phoenix (Arizona). La compagnia presenterà a Verona una nuova versione di questo allestimento, appositamente studiata per il Verona Shakespeare Fringe Festival.

Ideato nel 2021 da Silvia Bigliazzi e Sidia Fiorato, del Centro Skenè dell’Università di Verona, da David Schalkwyk, direttore del Centre for Global Shakespeare della Queen Mary University of London, e da John Blondell, del Westmont College nonché direttore della Compagnia Lit Moon Theatre di Santa Barbara (California), il Fringe rientra oggi sotto la direzione artistica di Carlo Mangolini, e si avvale della consulenza scientifica di John Blondell e di tutto il Centro Skenè.

Il Festival, che indaga le vie attraverso cui Shakespeare continua a dare voce all’immaginario collettivo, partendo da una pluralità di angolazioni che ne confermano la vitalità e l’attualità, è l’unico partner italiano dell’European Shakespeare Fringe Network, la rete che riunisce i principali festival europei tematici, ed è parte integrante della Summer School “Shakespeare e il Mediterraneo” organizzata dal Centro Skenè e dedicata quest’anno allo studio di “Antonio e Cleopatra”.

BIGLIETTI

I biglietti sono in prevendita sul sito www.boxol.it e al Box Office di via Pallone. Ingresso a 10 euro, ridotto a 8 euro per under 26 e over 65.

INFORMAZIONI

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.spettacoloverona.it e https://skene-veronashakespearefringefestival.dlls.univr.it/2023-edition/

LA FLORIDA CENSURA ‘ROMEO E GIULIETTA’. E A VERONA VANNO IN SCENA GLI ARTISTI U.S.A.

IL FESTIVAL SHAKESPEARIANO PRONTO AD OSPITARE COMPAGNIE E STUDENTI. MANGOLINI: “LA CULTURA NON SI VIETA”

La Florida vieta Shakespeare nelle scuole e censura i testi del Bardo, primo tra tutti ‘Romeo e Giulietta’, mentre a Verona stanno per andare in scena gli artisti provenienti dagli Stati Uniti. In primis l’attivista Lisa Wolpe. La città dell’amore, simbolo nel mondo dei due giovani amanti, risponde con la cultura ai divieti che arrivano da oltreoceano. E si prepara ad accogliere compagnie da tutto il mondo nel nome del Bardo. Americani compresi.

Il direttore artistico del Festival Shakespeariano Carlo Mangolini rilancia: “siamo pronti ad ospitare compagnie e studenti della Florida. Se non possono conoscere e vedere Shakespeare nel loro Paese lo potranno fare a Verona nel corso della Summer School e del Fringe Festival. La cultura non si vieta, si promuove e facilita. La censura è un richiamo ai tempi più bui dell’umanità. È uno strumento che non dovrebbe più esistere. Come Festival da diversi anni siamo impegnati nel promuovere il dialogo e la sperimentazione artistica. E tra poco più di dieci giorni ospiteremo otto compagnie teatrali dal mondo, Usa compresi, che reinventeranno Shakespeare in lingua originale. Le opere del Bardo sono immortali, da secoli ci permettono di riflettere su tematiche universali e sempre attuali, è inconcepibile quanto deciso in Florida. C’è sempre più bisogno di arte e teatro”.

E ai nastri di partenza c’è il Verona Shakespeare Fringe Festival. Otto giorni di spettacoli in lingua originale (con sottotitoli) o in inglese provenienti da Regno Unito, Georgia, Macedonia, Svezia, Romania e quest’anno anche dagli Stati Uniti. In scena dal 24 al 31 agosto, grazie alla collaborazione tra il Comune di Verona, il Centro di Ricerca Skenè dell’Università, il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.

Il programma è inserito nel cartellone dell’Estate Teatrale Veronese- Festival Shakespeariano e prevede 8 titoli, tutti in prima nazionale, selezionati perché capaci di valorizzare in chiave sperimentale e innovativa l’opera di Shakespeare, ma anche di arricchire l’offerta culturale cittadina, rafforzandone la dimensione internazionale, multilingue e multiculturale.

PROGRAMMA

Il Fringe Festival sarà inaugurato giovedì 24 agosto con Othello del regista georgiano Levan Tsuladze, artista che occupa una posizione di primo piano nel panorama teatrale contemporaneo, con le sue produzioni d’avanguardia, così personali e fuori dagli schemi. A lui è stato affidato il compito di indagare tra le pieghe del dramma della gelosia per antonomasia, offrendo un’interpretazione inedita in questa prestigiosa prima nazionale co-prodotta dalTheatre Studio 42 di Tiblisi e dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.

Si proseguirà venerdì 25 agosto con Shakespeare and the Alchemy of Gender. Un monodramma, scritto e interpretato dall’americana Lisa Wolpe attrice, regista, insegnante, scrittrice e studiosa di fama mondiale, nota per la sua sperimentazione sui temi “gender” nella drammaturgia shakespeariana. Lo spettacolo si basa sulle sue esperienze personali come attivista a tutela dell’inclusione, della diversità, dell’equità, dell’accessibilità e a favore della promozione dei diritti delle donne e dell’eguaglianza razziale.

Sabato 26 agosto, sarà la volta del Riccardo III dei rumeni Aradi Kamaraszínház Theatre Company. Il protagonista, qui interpretato da Karo Balyan, incarna l’ambizione più spietata, pur non essendo presentato al pubblico con difetti fisici evidenti, come spesso accade. La sua deformità si manifesta solo quando si guarda allo specchio. Il riflesso diventa sempre più deforme in corrispondenza delle tappe della sua ascesa politica, durante la quale Riccardo manipola, seduce, rapisce e uccide tutti quelli che osano ostacolarlo. Balyan traccia quest’ascesa machiavellica con un impeccabile gusto estetico e grande attenzione al ritmo dell’azione. 

Per l’appuntamento di domenica 27 agosto, invece, l’azione si sposterà in una vera e propria cucina dei giorni di festa con Feast, spettacolo scritto da Olivia Negrean per la compagnia inglese Parabbola. Tra la fine del 500 e l’inizio del 600 Shakespeare realizzò 37 drammi in cui compaiono, in tutto, 1191 personaggi: 147 donne e 1044 uomini. In questo spettacolo 6 personaggi femminili, provenienti da varie regioni del mondo e da periodi storici diversi, si ritrovano insieme in cucina. Emilia porta il vino, Ofelia si occupa dell’insalata, Lady Macbeth pensa alla zuppa, Imogen si incarica del barbecue, mentre a Lady Anna e Isabella spetta la preparazione del dolce. Hanno tutte una storia da raccontare e si scambiano pareri e confidenze davanti ai fornelli, offrendo un’inedita occasione per ripensare i ruoli di alcune indimenticabili eroine shakespeariane.

Dalla cucina alla poesia per riscoprire, nella purezza della lingua originale, il poemetto Venus and Adonis  proposto lunedì 28 agosto dagli inglesi di The Noon Tide Sun. Shakespeare compose questo testo mentre i teatri di Londra erano chiusi a causa dell’epidemia di peste del 1593. Fu la sua prima opera ad essere data alle stampe e divenne subito un best-seller. Sebbene il poemetto sia spesso studiato come frivolo esemplare di letteratura erotica, un’analisi più attenta rivela un mondo oscuro, dove si esplorano temi come l’amore, il desiderio e la morte. Venere e Adone sono i protagonisti di una storia avvincente, che Christopher Hunter ambienta nel mondo di oggi e, avvalendosi di musiche e suoni, trasforma in un appassionante monologo poetico.

Martedì 29 agosto, invece, ad essere protagonista sarà la danza contemporanea macedone dellaSkopje Dance Theatre. Lady Macbeth è la première di una performance ispirata al celebre personaggio shakespeariano che gioca un ruolo determinante nell’ascesa al potere del marito. Attraverso un’analisi psicologica del suo carattere, viene portata in scena la lotta per il potere e il controllo, così come la pazzia, conseguente all’incapacità di fare i conti con ciò che è stato commesso. Nella scenografia, finestre di varie forme lasciano intravedere i personaggi e lo svolgersi della vicenda, mentre una musica jazz accompagna l’evoluzione dei diversi caratteri. Il risultato è un perfetto esempio di tanztheatre di impronta europea, firmato dalla talentuosa coreografa Risma Risimkin.

Dalla danza alla musica con un irriverente versione ultra pop che mescola i testi del bardo alle sonorità anni ‘80, in scena al Camploy mercoledì 30 agosto. In questo spettacolo teatral-musicale proposto dagli svedesi di AbsoLutemusicDuo Malin Sternbrink e Niklas Atterhall, dialoghi e soliloqui, tratti da alcuni dei drammi shakespeariani più amati, si intrecciano ad iconiche hit anni ‘80. Con il solo accompagnamento della musica avvolgente del liuto, le canzoni prescelte parlano di amore, di gelosia e dell’eterno, ossessionante dubbio amletico. La musica pop, abbinata a brani di un repertorio senza tempo, acquista nuovo spessore, aprendo a prospettive originali ed inedite.

Giovedì 31 agosto gran finale con gli americani Naked Shakes dalla California e il loro The death of Kings, un adattamento di Irwin Appel ispirato a otto dei drammi storici di Shakespeare, da “Richard II” a “Richard III”. È uno spettacolo d’ensemble, che intreccia narrazione, lavoro corale, musica e suoni dal vivo, fisicità audace e straripante virtuosismo attoriale. È stato messo in scena in diverse versioni dai Naked Shakes di Santa Barbara (California), dalla Prague Shakespeare Company di Praga (Repubblica Ceca) e dalla Southwest Shakespeare Company, fino al prestigioso Taliesin West di Scottsdale (Arizona) e al Madison Center for the Performing Arts di Phoenix (Arizona). La compagnia presenterà a Verona una nuova versione di questo allestimento, appositamente studiata per il Verona Shakespeare Fringe Festival.

Ideato nel 2021 da Silvia Bigliazzi e Sidia Fiorato, del Centro Skenè dell’Università di Verona, da David Schalkwyk, direttore del Centre for Global Shakespeare della Queen Mary University of London, e da John Blondell, del Westmont College nonché direttore della Compagnia Lit Moon Theatre di Santa Barbara (California), il Fringe rientra oggi sotto la direzione artistica di Carlo Mangolini, e si avvale della consulenza scientifica di John Blondell e di tutto il Centro Skenè.

Il Festival, che indaga le vie attraverso cui Shakespeare continua a dare voce all’immaginario collettivo, partendo da una pluralità di angolazioni che ne confermano la vitalità e l’attualità, è l’unico partner italiano dell’European Shakespeare Fringe Network, la rete che riunisce i principali festival europei tematici, ed è parte integrante della Summer School “Shakespeare e il Mediterraneo” organizzata dal Centro Skenè e dedicata quest’anno allo studio di “Antonio e Cleopatra”.

GIULIETTA E ROMEO. La danza del Balletto di Roma sul palco del Teatro Romano

L’8 e il 9 agosto il Balletto di Roma ha portato sul palco del Teatro Romano di Verona GIULIETTA E ROMEO, coreografia di Fabrizio Monteverde. Nel ruolo di Giulietta Carola Puddu, affiancata dal suo Romeo, Paolo Barbonaglia.

FRANCESCA MAGNINI, direttrice artistica del Balletto di Roma.

La direttrice artistica del Balletto di Roma, Francesca Magnini, racconta il balletto GIULIETTA E ROMEO e ci introduce al cast.

Verona entra nel magico mondo di Alice

Dall’1 al 6 agosto al Teatro Romano di Verona ALICE IN WONDERLAND RELOADED.

GIULIETTA E ROMEO. DANZA E MUSICA ‘ACCENDONO’ IN SCENA AMORE, PASSIONE E RIBELLIONE GIOVANILE. DUE SERATE IMPERDIBILI CON IL BALLETTO DI ROMA

L’8 e 9 agosto, lo spettacolo celebra il suo 20° anniversario al Teatro Romano di Verona

Un successo senza tempo, esattamente come la tragedia dei due innamorati di Verona. Il Balletto di Roma celebra i 20 anni di ‘Giulietta e Romeo’ sul palcoscenico del Teatro Romano, portando nella città dell’amore uno degli spettacoli più amati di sempre, liberamente ispirato all’opera di William Shakespeare. Martedì 8 e mercoledì 9 agosto, appuntamento con la grande danza prima della pausa di Ferragosto. L’Estate Teatrale Veronese porta a Verona due grandi artisti: Carola Puddu e Paolo Barbonaglia, protagonisti in scena.

L’opera firmata dal coreografo e regista Fabrizio Monteverde – che ha debuttato al Teatro Carlo Felice di Genova nel 1989 per il Balletto di Toscana e riallestita nel 2002 dal Balletto di Roma – negli ultimi 20 anni si è rivelata una delle produzioni di maggior successo nel repertorio del Balletto di Roma con un numero record di recite e incassi al botteghino. Con oltre 350 rappresentazioni in Italia e all’estero e più di 200.000 spettatori è l’opera di danza italiana più acclamata di sempre e rivive oggi per festeggiare i suoi 20 anni con il Balletto di Roma: la danza dell’amore impossibile, ricca della saggezza del tempo e dell’energia del presente, rinata nell’era post-covid.

TRAMA. Il focus è sul personaggio di Giulietta, fragile e passionale allo stesso tempo nella sua semplicità, animata da una purezza di sentimenti: una donna volitiva pronta a lottare per la propria felicità. In scena i danzatori della Compagnia, nuovi interpreti di una storia eterna e immagine ideale di una giovinezza sospesa nel tempo. Tra questi, la giovane guest Carola Puddu, nel ruolo di Giulietta, con Paolo Barbonaglia il suo Romeo. Nello spettacolo, la Verona degli infelici amanti di Shakespeare si trasforma in un Sud oscuro e polveroso, reduce da una guerra e alle soglie di una rivoluzione: un muro decrepito custodisce la memoria di un conflitto mondiale che ha spazzato via morale e sentimento, e – risonando quanto mai attuale – annuncia, al di là delle macerie, un futuro di rinascita e ricostruzione. Nell’Italia contraddittoria del secondo dopoguerra, immobile e fremente, provinciale e inquieta, Giulietta è protagonista e vittima di una ribellione giovanile e folle, in fuga da una condizione femminile imposta e suicida di un amore inammissibile. Romeo, silenziosamente appassionato e incoscientemente sognatore, è martire della propria fede d’amore innocente. Tra loro, le madri Capuleti e Montecchi, padrone ossessive e compiaciute di una trama resa ancor più tragica dall’intenzionalità dell’odio e dall’istigazione alla vendetta. Riscrittura drammaturgica originale, percorsa dai fotogrammi inquieti del cinema neorealista e autonoma nell’introspezione dei personaggi, l’opera di Fabrizio Monteverde denuda la trama shakespeariana e ne espone il sentimento cinico e rabbioso, così vicino al suo stesso impeto coreografico. Ne nasce una narrazione essenziale ma appassionata, lirica e crudele, che come il cerchio della vita continuamente risorge dal proprio finale all’alba di un nuovo sentimento d’amore. Un’audace manipolazione dell’opera originale che insiste sui sentimenti e sulle idee universali che ancora oggi fanno breccia nei lettori di Shakespeare e che risuonano ancora più forti nella loro traduzione in danza attraverso lo stile energico e travolgente del coreografo Fabrizio Monteverde, simbolo indiscusso del Made in Italy nel mondo.

Ad arricchire lo spettacolo le musiche di Sergej Prokof’ev, i costumi di Santi Rinciari e le luci di Emanuele De Maria.

Un altro omaggio ai 75 anni del Festival Shakespeariano. Nata nel 1948, per la volontà del Comune di Verona di rendere omaggio a William Shakespeare e sottolineare il legame tra il Bardo e la città scaligera, presente in Romeo e Giulietta, La Bisbetica domata e I due gentiluomini di Verona, l’Estate Teatrale Veronese è realizzata dal Comune di Verona – Assessorato alla Cultura in collaborazione con Arteven, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. Sponsor del Festival AGSM AIM, Banco BPM e Consorzio di Tutela Vini Lessini Durello.

Biglietti in vendita al Box Office di via Pallone o sul sito www.boxol.it.

Tutte le informazioni sul sito www.spettacoloverona.it. Curiosità, approfondimenti e date sui canali Facebook, Instagram e Youtube dell’Estate Teatrale Veronese. 

AL ROMANO LA PIOGGIA NON FERMA ALICE IN WONDERLAND. GRANDE PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO

Oltre 1.000 spettatori, ieri sera, hanno applaudito ballerini e acrobati del Circus-Theatre Elysium di Kiev . Lo show replica stasera e domani

Anche sotto la pioggia, acrobazie, costumi, luci e musiche trasformano il Teatro Romano nel Paese delle Meraviglie. Nonostante ieri sera le previsioni annunciassero maltempo, le nuvole non hanno scoraggiato artisti e pubblico, accorso numeroso per Alice in Wonderland del Circus-Theatre Elysium di Kiev. Oltre 1.000 spettatori hanno assistito allo show muniti di ombrelli e poncho colorati. Uno spettacolo nello spettacolo, che ha acceso l’entusiasmo di platea e gradinata. La pioggia, infatti, ha consentito lo svolgimento in sicurezza di coreografie e acrobazie, protette dal palcoscenico coperto, e il pubblico ha premiato gli artisti rimanendo fino alla fine, per uno ‘scroscio’ di applausi.

Lo spettacolo, inserito nel cartellone dell’Estate Teatrale Veronese, replica questa sera, sabato 5 agosto, e domani, domenica 6 agosto, alle ore 21.15. I biglietti possono essere acquistati al Botteghino del Teatro Romano la sera stessa oppure sul sito ww.boxol.it.

Con un cast di 25 ballerini – acrobati la Compagnia rivendica l’autonomia del linguaggio di scena, esaltandolo con scelte scenotecniche avveniristiche senza tralasciarne, tuttavia, la funzione narrativa del racconto originario. I personaggi – Alice, interpretata da Olga Sydorenko, il Cappellaio Matto da Denys Sakharov, il Bianconiglio da Alex Sakharov, La Regina di Cuori da Natalia Radchenko – appaiono davanti al pubblico nella loro interpretazione circense, sullo sfondo di impressionanti scene 3D. La musica dà il ritmo. La storia di Alice si arricchisce nella linea dell’amore, la ragazza, infatti, si innamora del Principe Azzurro ed entrambi gli eroi devono superare ostacoli inimmaginabili.

Un progetto artistico sofisticato ed elegante capace di raccontare l’onirico intrecciando molteplici discipline: la ginnastica acrobatica, la recitazione, la danza e l’arte circense. Produzione Light Can Dance, distribuzione MG Distribuzioni. Ulteriori informazioni sul sito www.spettacoloverona.it

Oleksandr Sakharov racconta il progetto ALICE IN WONDERLAND – RELOADED

Oleksandr Sakharov, il direttore esecutivo di ALICE IN WONDERLAND – RELOADED, ci rivela la vita del dietro le quinte degli artisti e degli acrobati. Il Circus-Theatre Elysium sarà in scena al Teatro Romano di Verona fino al 6 agosto.

Ascoltiamo Roberto Romaniello, produttore di ALICE IN WONDERLAND

Ai nostri microfoni Roberto Romaniello racconta il nuovo progetto di ALICE IN WONDERLAND, pensato per omaggiare il nostro Festival al Teatro Romano di Verona!