Da Hugo von Hofmannsthal
adattamento Angela Demattè, Serena Sinigaglia
regia Serena Sinigaglia
personaggi e interpreti
Elettra Federica Rosellini
Clitennestra Arianna Scommegna
Egisto/vecchio servo Aldo Ottobrino
Crisotemide Giulia Briata
Oreste/garzone Cosimo Grilli
coro/serva Elena Antonello
coro/serva Emilia Piz
coro/serva Arianna Verzeletti
scene e attrezzeria Maria Spazzi
costumi Anna Cavaliere
luci Alessandro Verazzi
disegno sonoro Lorenzo Crippa
cura del movimento Alessio Maria Romano
assistenti alla regia Alice Centazzo, Martina Testa
assistente al training fisico – movimenti Riccardo Micheletti
direttore di scena Federico Paolo Rossi
elettricista Gianluca Quaglio
fonico Lorenzo Crippa, Giacomo Venturi
sarta Barbara Odorizzi
foto Serena Serrani
video Serena Pea
amministratrice di compagnia Federica Furlanis
produzione TSV – Teatro Nazionale
Lo spettacolo si inserisce nel progetto della Compagnia Giovani, parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto per la realizzazione del Progetto Te.S.eO. Veneto – Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1646 del 19 dicembre 2022).
Serena Sinigaglia affronta Elettra di Hofmannsthal coinvolgendo due straordinarie interpreti come Federica Rosellini nel ruolo del titolo e Arianna Scommegna in quello di Clitennestra.
La sua regia parte da due presupposti: il primo è il mito, l’origine, ovvero quell’opera immensa che è l’Orestea di Eschilo. Il secondo è il periodo storico in cui visse Hofmannsthal, il periodo a cavallo tra la fine del 1800 e i primi anni del ‘900, a Vienna. Una vera e propria rivoluzione culturale nell’ambito di tutte le arti e prima tra tutte quella teatrale. Gli albori di quello che poi sarà l’espressionismo tedesco. In Eschilo la figura di Elettra è marginale eppure essa ha ispirato, più di Antigone e di Edipo, un susseguirsi di rivisitazioni e riscritture. Abbiamo l’Elettra di Sofocle, quella di Euripide, quella della Yourcenar, insomma questa figura, appena tracciata da Eschilo, irrompe da protagonista nella storia successiva, fino ad ispirare persino Freud che attribuisce ad Elettra il complesso che per sempre porterà il suo nome. A differenza di Eschilo la straordinaria intuizione del poeta austriaco è quella di far morire Elettra, fatto che né il mito né le successive riscritture prevedono.
La vendetta distrugge chi la cova, al punto che, anche una volta compiuta, non vi è alcuna soddisfazione ma solo spossatezza, vuoto, morte. Il rapporto che Elettra ha con il padre assassinato è morboso, delirante, violento, in fondo inutile. Perché se per vendicarti non vivi che senso ha? L’altro aspetto rilevante della visione di Hofmannsthal è la presenza di una sorta di coro della servitù che commenta e patteggia chi per Elettra, chi per Clitennestra. E qui si erge la figura straordinaria di Clitennestra. Storicamente una donna che ha osato scegliere di autodeterminarsi, fino al punto di commettere l’omicidio. Per il poeta una donna corrosa dai sensi di colpa, che vorrebbe dimenticare, che pensa che sarebbe suo diritto dimenticare, ma che non ci riesce perché vede riflesso nei sogni e nel bagliore degli occhi della figlia il peso dell’azione compiuta.