Una donna uccisa dal marito si rialza ogni giorno: la condanna di chi non viene mai creduta.
Nel nuovo lavoro di Emma Dante, la tragedia domestica diventa rito e metafora.
Dentro una casa qualunque, un uomo uccide la moglie colpendola con un ferro da stiro. Un gesto di violenza estrema che si trasforma in un femminicidio senza fine: la donna muore, ma nessuno le crede. Ogni mattina si rialza, prepara il caffè, pulisce, cucina, accudisce marito, figlio e suocera. Ogni sera muore di nuovo, in un ciclo infinito di silenzio e dolore.
L’immagine è quella di un angelo del focolare intrappolato nella propria condanna, costretta a ripetere le stesse azioni, gli stessi gesti quotidiani che la società continua a imporle anche dopo la morte.
Attorno a lei, la famiglia diventa il riflesso di un sistema cieco: un marito brutale, un figlio depresso e una madre che, invece di condannare, giustifica. Tutti partecipano, consapevoli o meno, al perpetuarsi della violenza.
Emma Dante costruisce uno spettacolo di straordinaria potenza visiva e simbolica, in cui la ripetizione assume la forma di una preghiera tragica. Il corpo della donna, costretto a tornare in vita, diventa un atto di resistenza: un grido muto contro l’indifferenza.
Nella penombra della scena, tra gli oggetti di una quotidianità soffocante, l’“angelo” prova a spiccare il volo, ma può solo tentare. Il suo movimento interrotto racconta l’impossibilità di liberarsi da una condizione culturale e affettiva che la vuole sempre sottomessa, devota, silenziosa.
Con il suo linguaggio poetico e carnale, Emma Dante trasforma la cronaca in mito, la violenza in denuncia, il dolore in memoria collettiva.
Un’opera che non offre conforto, ma costringe a guardare: a interrogarsi su cosa significa davvero credere alle vittime, su quanto la violenza sia ancora radicata nei gesti più quotidiani.
Nel battito sospeso di questa casa che non dorme mai, la scena diventa specchio, rito e atto d’amore verso chi continua, ostinatamente, a risorgere.
Testo e regia di Emma Dante
con la moglie Leonarda SAFFI
il marito Ivano PICCIALLO
il figlio David LEONE
la suocera Giuditta PERRIERA
elementi scenici e costumi: Emma Dante luci: Cristian Zucaro
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Châteauvallon-Liberté Scène Nationale, Les Célestins Théâtre de Lyon, Comédie de Clermont-Ferrand, La Scène Nationale d’ALBI-Tarn, Le Cratère, Scène Nationale d’Alès en Cévennes, L’Estive, scène nationale de Foix et de l’Ariège, Théâtre + Cinéma Scène nationale Grand Narbonne, Théâtre de l’Archipel, scène nationale de Perpignan, Théâtre Molière, Sète – Scène Nationale Archipel de Thau, Le Parvis, scène nationale de Tarbes Pyrénées, Compagnia Sud Costa Occidentale, Carnezzeria
coordinamento e distribuzione: Aldo Miguel Grompone, Roma
organizzazione: Daniela Gusmano
